Nuovo studio della Commissione Europea: allarme diritti, autori e creativi in scacco nei rapporti contrattuali.
L’84% degli autori dell’audiovisivo considera la propria remunerazione per i diritti d’autore non equa.
È questo uno dei dati chiave che emerge da una recente ricerca della Commissione Europea resa nota pochi giorni fa. Il report “Study on contractual practices affecting the transfer of copyright and related rights and the ability of creators and producers to exploit their rights”, offre un’analisi accurata sulle pratiche contrattuali e i loro effetti su diritto d’autore e dei diritti connessi, analizzando diversi settori creativi (audiovisivi, musica, arti visive, videogiochi e opere letterarie).
Nel settore audiovisivo, lo studio evidenzia come gli autori vivano ancora oggi una condizione di debolezza contrattuale, subendo condizioni che prevedono cessioni totale dei diritti (full buy-out) con un unico pagamento forfettario o pagamenti in forma di royalties a tassi percepiti come bassi.
Le percezioni sull’inadeguatezza della remunerazione sono simili in tutti i settori analizzati dallo studio. Con particolare riferimento all’audiovisivo il 51% degli intervistati definisce la propria remunerazione “raramente equa”, mentre il 33% crede che non lo sia mai. In molti casi, le ragioni di questa insoddisfazione sono legate alle regole sul trasferimento dei diritti, come la cessione in cambio di pagamenti forfettari che non tengono conto del potenziale valore economico delle opere o delle performance.
“Si tratta di dati allarmanti che purtroppo confermano che – a quattro anni dal recepimento in Italia della Direttiva Digital Copyright – la prassi contrattuale dei produttori continua a non garantire agli autori dell’audiovisivo quell’adeguata e proporzionata remunerazione garantita dalla legge. Per conto degli autori che rappresentiamo, è certo che interverremo in tutte le sedi per difendere e rendere effettivo quel diritto”, ha commentato Gianluigi Chiodaroli, Presidente di MRIGHTS.